La santoreggia è un'aromatica che un tempo si riteneva fosse eccitante, e quindi proibita dalla chiesa. Per coltivarla ovunque ecco i nostri consigli

I Greci dedicarono la santoreggia al culto di Dioniso (il Bacco dei Romani), dio del vino, della gioia, del benessere, e in suo onore organizzarono favolose feste a carattere orgiastico. Per questa sua noméa di erba dissoluta, nei secoli passati era proibito ai monaci coltivarla negli orti dei conventi: la sua virtù più nota rimase per secoli quella di essere un potente afrodisiaco e come tale la segnalano tutti gli antichi trattati di medicina.

Com’è fatta la santoreggia

La santoreggia di montagna (Satureja montana) è una piccola pianta perenne dal fusto legnoso di color bruno-rossastro, alta fino a 40 cm, con ramificazioni rade. La santoreggia degli orti (S. hortensis) è annuale, a forma di cespuglietto erbaceo, alto 20-30 cm. Per il resto sono simili: hanno foglie coriacee, strette e allungate, infiorescenze a spiga di color bianco, rosa o lilla tra giugno e settembre ed emanano un intenso aroma, molto delicato e gradevole. Per ottenere una produzione migliore, entrambe le specie debbono essere trattate come piante annuali. Entrambe appartengono alla famiglia delle Lamiacee o Labiate.

Dove e come si coltiva

Ambedue si tengono in tutta Italia indifferentemente in vaso o in piena terra; la santoreggia di montagna non teme né il gelo né il caldo torrido.

Si coltiva in vaso di plastica del diametro minimo di 20 cm. Desidera un terreno profondo, abbastanza fertile, drenato. La posizione deve essere soleggiata. Non è necessario concimare; si annaffia solo dopo l’impianto o in vaso nelle estati molto secche. La semina avviene direttamente in piena terra o in seminiera in primavera o autunno; diradate se le piantine sono troppo fitte. Spesso si dissemina spontaneamente: attenzione al possibile effetto infestante. Non teme particolari avversità.

Come si usa in cucina

L’aroma, forte e pungente, molto simile a quello del timo, è molto apprezzato, specialmente in accompagnamento a uova, legumi, verdure crude e cotte. Ha la capacità di rendere più digeribili le pietanze.

Come si usa in cosmesi

Un ottimo bagno sedativo si ottiene aggiungendo all’acqua della vasca un infuso preparato con 500 g di fiori in 2 litri di acqua; filtrate e versate direttamente nell’acqua del bagno.

Alcuni fiori essiccati posti in un sacchettino tra gli abiti di lana tengono lontane le tarme; messi in una ciotolina sul davanzale della finestra sbarrano il passo alle fastidiose zanzare che, come le tarme, non apprezzano il profumo della pianta. In caso di punture di insetto si produrrà un benefico sollievo massaggiando la zona con parti della pianta.

 

Santoreggia, l’aromatica “afrodisiaca” - Ultima modifica: 2020-04-05T07:38:53+02:00 da Elena Tibiletti