Portainnesto: che cos’è e perché è importante

Il portainnesto è la porzione di pianta che fornisce le radici all’innesto che dà invece i fiori e i frutti. Scopri tutti i segreti di un buon portainnesto.

Un portainnesto è una parte di pianta (rimangono solo le radici, il colletto e pochi centimetri di fusto) che viene innestata con un fusto di un’altra pianta della quale si desiderano ricavare i fiori o i frutti.

Ambedue le piante di norma appartengono al medesimo genere botanico (es. Prunus, Rosa) e, per lo più, alla stessa specie: l’innesto di solito riguarda una varietà diversa della stessa specie (es. melo franco come portainnesto, melo Golden Delicious come innesto).

Esistono tuttavia eccezioni a questa regola: su Citrus trifoliata (arancio trifogliato, ornamentale) si innesta comunemente Citrus limon (limone), su Solanum torvum (fico del diavolo) si innestano Solanum lycopersicum (pomodoro), Solanum melongena (melanzana) ecc.

Si utilizzano portainnesti per la maggioranza degli alberi da frutto, a partire da melo e pero per terminare con vite e olivo. Vengono allevati su portainnesto anche tutti i rosai non botanici (Noisette, Tea, Inglesi ecc.) e talvolta alcuni arbusti ornamentali e loro varietà (es. lillà, glicine, Crataegus ecc., in genere per velocizzare la fioritura). Da alcuni anni si è diffuso il portainnesto anche per alcuni ortaggi, come pomodoro, melanzana, peperone, cetriolo ecc., che diventano più resistenti a virus e malattie, nonché agli stress ambientali.

Per semplicità, qui descriveremo i portainnesti degli alberi da frutto. Le considerazioni, tuttavia, sono le stesse anche per le piante ornamentali e da orto.

Portainnesto: che cos’è e come funziona

Il portainnesto è un albero della stessa specie o di un’altra simile o di un genere botanico compatibile, che viene tagliato pochi centimetri sopra la base (colletto) e innestato con marze (cioè rametti che fungono da innesti) della varietà prescelta da cui si svilupperà, dopo l’attecchimento, tutta la parte aerea dell’albero, fino ai frutti.

Per ogni specie esistono da meno di una decina ad alcune decine di portainnesti, ciascuno dei quali si adatta a un tipo di terreno o a un altro ed esprime differenti caratteristiche da donare all’albero.

L’operazione di innesto in genere si compie all’età di 1-2 anni del portainnesto, ma è possibile utilizzare anche un albero adulto come portainnesto, tagliando il tronco a 60-80 cm d’altezza: l’attecchimento in questo caso rimane un’incognita, e per tutta la vita dell’innesto si dovrà lottare con la produzione di succhioni (ossia germogli) del portainnesto (che vanno subito eliminati perché prendono rapidamente il sopravvento sull’innesto).

Si utilizzano i portainnesti perché appartengono a specie o varietà molto più robuste e adattabili rispetto a quelle che si desidera coltivare, e che infatti vengono innestate proprio perché il loro apparato radicale è molto delicato e sensibile a fattori legati al tipo di terreno, al clima e ai patogeni sia fungini sia animali.

Portainnesto: quali vantaggi offre

Innanzitutto, ci sono portainnesti adatti a terreni argillosi, oppure sciolti, o profondi, o umidi, aridi, poveri, sassosi, acidi, calcarei ecc., cioè ognuno è in grado di vivere senza problemi in quel tipo di suolo difficile, nutrendo adeguatamente la varietà innestata. Sapendo in anticipo qual è la natura fisico-chimica del proprio terreno, è possibile optare per il portainnesto più adatto a esso.

Ogni portainnesto porta con sé, e trasmette all’albero, un vigore maggiore o minore, cioè l’albero raggiungerà grandi dimensioni (fino al massimo previsto per la specie) o rimarrà di taglia contenuta, fino all’ingombro “da vaso”, assicurato dai portainnesti nanizzanti, utili anche in piena terra se lo spazio disponibile è ridotto o se si sceglie una cultivar vigorosa.

Viceversa, in assoluto la vigoria maggiore è appannaggio dei portainnesti “franchi” (o “da seme” o “semenzali”), cioè dati dalla specie nata da seme: assicurano grande vigore, robustezza, ottima adattabilità a qualunque situazione sia climatica sia pedologica, ma oggi vengono poco utilizzati perché obbligano ad acrobazie nella raccolta, con conseguenti rischi di caduta da scale alte anche 12 m; inoltre non consentono il reimpianto della stessa specie laddove la precedente è stata estirpata (ristoppio).

Fra i due estremi c’è un’ampia casistica di soluzioni intermedie, a loro volta incrociabili con l’adattabilità ai vari tipi di suolo, spesso ottenute per clonazione, in modo da assicurare caratteristiche standard, sempre ripetute.

Il vigore impresso all’innesto è in genere inversamente proporzionale all’entrata in produzione (cioè all’anno in cui l’innesto incomincerà a produrre frutti) e direttamente alla resa e alla longevità: quanto più vigoroso è il portainnesto, tanto più tardi l’albero incomincerà a dare frutti, ma quando lo farà la produzione sarà molto abbondante e per decine d’anni, e viceversa.

Alcuni portainnesti clonali sono anche resistenti ad alcune avversità che attaccano la parte basale della pianta, cioè le radici o il colletto.

Portainnesto: deve essere compatibile

Il portainnesto deve essere compatibile con l’innesto, vale a dire con la varietà (o la specie) da inserire: esistono infatti affinità e disaffinità fra le due parti vegetali che devono essere rigorosamente rispettate, pena la morte dell’innesto nell’arco di 2-3 anni.

La compatibilità viene sicuramente rispettata negli esemplari reperibili in vendita, così come in quelli creati da un vivaista esperto su richiesta: l’avvertimento vale nel caso in cui desideriate innestare voi direttamente un franco (per es. prodotto da un seme ricavato da un frutto particolarmente buono e la cui pianta non si è poi rivelata all’altezza della madre) oppure un albero dai frutti poco buoni in generale. In questo secondo caso avrete un albero con doppio innesto: uno alla base dal vivaio (che diventa l’innesto intermedio) e il secondo vostro, più in alto, che darà i frutti; non segate al di sotto del primo innesto, pensando di far bene a escludere il primo innesto, perché difficilmente il portainnesto sopravvivrebbe a un nuovo innesto diretto; verificate comunque che il vostro innesto sia compatibile sia con l’innesto intermedio (che diventa il secondo portainnesto), sia con il portainnesto radicato. L’innesto intermedio è necessario, per es., volendo coltivare un pero William o Kaiser su cotogno (incompatibile con entrambi): in mezzo si pone un innesto di Curato o Passa Crassana, che a loro volta vengono innestati con una delle due varietà desiderate.

Portainnesto: come scegliere una pianta

Soprattutto se avete un terreno “difficile” (argilloso, acido, sassoso ecc.) il portainnesto degli alberi da frutto diventa molto importante: deve infatti sopportare un suolo inospitale e viverci bene. È preferibile recarsi di persona in un vivaio specializzato in piante da frutto, per parlare con personale esperto che vi consigli sulla specie, la varietà e il portainnesto compatibili con il vostro terreno. Avrete così la garanzia di acquistare piante sane e robuste, che avranno una buona riuscita.

In tutti gli altri punti vendita potete scegliere la varietà, ma non il portainnesto, che non è indicato sul cartellino. Il rischio è che la pianta abbia uno sviluppo stentato o addirittura muoia, perché la specie, la varietà o il portainnesto non erano adatti al terreno o al clima o erano disaffini, perdendo così una decina d’anni di fruttificazione.

Per la coltivazione delle piante da frutto in vaso, è obbligatorio scegliere varietà adatte alla vita in contenitore, oppure farsi fare dal vivaista specializzato una pianta (portainnesto + varietà) che possa produrre in vaso. Non acquistate piante “normali”, da piena terra, perché se vivono diventano molto ingombranti e poi ingestibili, oppure possono rimanere stentate e per nulla produttive fino a morire.

Portainnesto per ornamentali e ortaggi

Anche sugli arbusti ornamentali il portainnesto supplisce alla debolezza delle varietà innestate e ne anticipa il momento della prima fioritura. Al momento della piantagione, fate attenzione a non coprire di terra l’innesto (che spesso è a livello del colletto, quindi più basso che nei fruttiferi) perché si indebolirebbe tentando di radicare fino a morire.

Fanno eccezione le peonie arbustive (o arboree), il cui innesto va interrato (almeno 8-10 cm) proprio perché progressivamente radichi e si affranchi dal portainnesto: solo in questo momento la peonia incomincerà a crescere e a regalare splendide fioriture.

Sulle piante da orto invece il portainnesto si utilizza per ottenere piante più robuste, resistenti agli stress idrici e soprattutto ad alcune malattie virali che causerebbero la morte delle piantine.

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