Le Phalaenopsis sono delle orchidee che hanno delle caratteristiche peculiari, scoprile con la nostra scheda tecnica.

La Phalaenopsis appartiene alla famiglia delle Orchidacee ed è originaria delle foreste tropicali dell’Estremo Oriente. È una sempreverde, epifita, caratterizzata da infiorescenze corte o lunghe, erette o pendenti, spesso ramificate, con numerosi fiori più o meno grandi, di forma variabile, adatti spesso a essere recisi, perché durano a lungo, bianchi, rosa, fucsia, giallo-arancio, anche maculati o striati negli ibridi.

Orchidea Phalaenopsis: come acquistarla

Non acquistate mai piante rimaste a lungo in negozio (le riconoscete dai piccioli dei fiori già tagliati lungo lo stelo fiorale) che subirebbero troppi shock consecutivi. Meglio un esemplare appena arrivato (dove solo il fiore basale è aperto, senza residui di piccioli) che garantisce una lunga fioritura passando in fretta dal vivaio al vostro appartamento.

Orchidee: Dove metterle

Il punto debole è quasi sempre l’umidità atmosferica negli ambienti domestici. Datele un luogo ventilato ma con umidità del 70-80%, da ottenere mediante vaporizzazioni (fino a 4 volte al giorno) e appoggiando vicino alla pianta un paio di spugnette da bagno inzuppate d’acqua, da bagnare ogni giorno. Non collocatela mai vicino a finestre o porte che vengono aperte sull’esterno in inverno.

Coltivare orchidee Phalaenopsis

Esposizione: sempre molto luminosa, ma senza raggi solari diretti.

Temperatura: ideale fra 17-28 °C, tollera temperature più alte ma non più basse.

Precauzioni invernali/estive: in inverno andrebbe tenuta in serra calda e umida, ma può resistere anche in appartamento se la posizione è calda e umida alla temperatura minima di 15 °C. Tra maggio avanzato e metà settembre può stare all’aperto, in luogo ombreggiato e ventilato.

Vaso: in plastica, di diametro 14 cm per una singola pianta. Anche su zattera o in paniere da tenere appesi. Il rinvaso si effettua in marzo ogni 3 anni per soggetti adulti, annualmente per i giovani, in una misura in più (meglio che stia stretta, così non si sbilancia).

Terra: substrato apposito per orchidee, oppure corteccia (“bark”) mescolata a torba e polistirolo, oppure miscela di due parti di fibra di osmunda e una parte di sfagno.

Acqua: saggiate il substrato con un dito e soppesate il vaso, bagnando solo se è asciutto e il vaso è leggero; teme molto l’eccesso idrico. In generale riducete l’apporto dopo la fioritura per concedere il necessario riposo alla pianta (circa 2 mesi) e riprendete gradualmente a bagnare subito dopo.

Concime: nell’acqua d’irrigazione ogni 4 turni, con prodotti specifici per orchidee, sospendendo subito dopo la fioritura e nel periodo di riposo.

Potatura: eliminate i rami completamente sfioriti ma solo quando sono già completamente gialli e poi secchi. Finché sono ancora verdi, infatti, potrebbero produrre i "keiki", cioè i "bambini", ossia nuove piantine da staccare per riprodurre l'esemplare.

Moltiplicazione: per divisione del cespo/pseudobulbi quando l’esemplare è a riposo.

Come curare le orchidee Phalaenopsis

Se i boccioli cadono senza aprirsi, è una reazione a un malessere ambientale, in genere a una temperatura troppo bassa. Se le foglie si arricciano lateralmente, rimanendo verdi, sono un eccesso di calore e una carenza di umidità.

Se i fiori e le foglie si afflosciano all’improvviso, appassiscono pur mantenendo i colori tipici, è un colpo di freddo improvviso. Se appaiono minuscoli fiocchetti bianchi alla base delle foglie, è la cocciniglia cotonosa.

Phalaenopsis: note aggiuntive

Grazie ai moderni metodi di riproduzione, questa splendida orchidea è oggi alla portata di tutte le tasche. Ogni spiga fiorale permane per 3-4 mesi, con i fiori perfettamente aperti e sani; anche volendola trattare alla stregua di un “usa-e-getta”, dura molto più di un mazzo di fiori allo stesso prezzo.

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Phalaenopsis: come coltivarla - Ultima modifica: 2018-11-13T11:03:12+01:00 da Claudia Notari