cosmesi naturale
Per preparare una maschera di cosmesi naturale basta veramente poco.
Con gli “scarti di cucina” nei secoli passati si realizzava una cosmesi naturale per la cura della persona, la cui validità è confermata ancora oggi

L’avvento dei prodotti di bellezza commerciali industriali, cioè preconfezionati e “a lunga conservazione” data al 1911, anno in cui è stata posta in vendita la prima crema confezionata (per la cronaca, la Nivea) che ha eliminato la cosmesi naturale. E prima, come si faceva? Si sa che l’attenzione all’estetica della persona, sovente confinante con la medicina, risale perlomeno all’epoca egizia, di cui ci sono state tramandate alcune “ricette di bellezza” attraverso il papiro di Ebers (3500 a.C.). e via via, attraverso l’epoca romana, i monacali “giardini dei semplici” di medievale memoria, sempre a cavallo tra bellezza e salute, fino al Rinascimento, quando Caterina de’ Medici si fa fautrice, fra le altre innovazioni, anche delle ricette di bellezza possibili con gli ingredienti e le tecniche del tempo.

Non stupisce quindi che anche la civiltà contadina, con quel poco che aveva a disposizione, si sia ingegnata nei secoli per scoprire, oltre che medicamenti, anche piante benefiche per l’esteriorità del corpo. Quelle più a portata di mano? Sicuramente tutte le specie alimentari, che però – naturalmente – venivano principalmente utilizzate per sanare la fame, piaga generalizzata fra le genti povere fino alla metà del secolo scorso. In fondo la bellezza, ancorché ricercata in ogni epoca, rispetto alla sazietà rappresentava una velleità: quindi a essa si potevano dedicare gli scarti delle piante alimentari, ciò che comunque era difficile consumare e che non avrebbe apportato energia ai corpi, in altre parole ciò che altrimenti sarebbe stato gettato (in quello che oggi chiamiamo “compost”, e allora era il cumulo per il concime, con mille altri tipi di scarto) senza alcun impiego preliminare, o propinato direttamente agli animali d’allevamento.

Gli “scarti” nel Terzo millennio

La validità di queste preparazioni è stata confermata dalla moderna scienza cosmetica, tanto che gli estratti di molte piante alimentari compaiono frequentemente anche nei prodotti industriali, unitamente a molte altre sostanze di sintesi, anche o soprattutto aventi funzione di prolungare la stabilità del preparato nel tempo e quindi di favorirne la conservabilità. La durata nel tempo, infatti, è il fattore sempre mancante ai preparati casalinghi, che vanno in genere lavorati al momento dell’uso e solo raramente si possono conservare in frigorifero per pochi giorni: del resto, fino a 50 anni fa la refrigerazione domestica non esisteva… In compenso esisteva, a volte ma non sempre, sovrabbondanza di materia prima, in stagione, che ha spinto a sperimentarne i più diversi impieghi.

Rispetto alla prima metà del secolo scorso, varia anche la salubrità dell’ortofrutta: le applicazioni cosmetiche di frutta e verdura in passato erano completamente salutari per l’assenza di residui chimici, derivanti da trattamenti con agrofarmaci. Per riprendere oggi la tradizione è necessario affidarsi a prodotti agroalimentari biologici, che assicurino l’assenza di sostanze chimiche di sintesi.

Dunque, l’idea risulta valida ancora oggi: perché spendere per prodotti cosmetici costosissimi a base di ingredienti chimici non sempre innocui, e viceversa gettare – seppur tra i rifiuti organici – buona parte degli alimenti dell’orto e del frutteto perché non commestibili (duri, indigesti, di cattivo sapore, sovra maturi, “brutti” a vedersi ecc.)? Tanto più alla luce delle numerose “ricette” che la tradizione contadina italiana ci tramanda dal passato?

Con i frutti estivi…

Il cocomero, ricco di minerali come potassio e zolfo, nonché di olio essenziale, è un ottimo rinfrescante e lenitivo. Fettine sottili, anche ricavate dalla parte bianca – normalmente scartata – vicino alla scorza, applicate sulla pelle arrossata dal sole o bruciata da uno schizzo d’olio per 20 minuti leniscono efficacemente la scottatura. Il succo fresco – anche ricavato centrifugando la parte bianca – è un meraviglioso tonico e astringente della pelle del viso: va mantenuto per 30 minuti. La scorza a mezzaluna, che rimane dopo il consumo della parte edibile, si applica perfettamente al di sotto del mento, per rassodarlo e attenuare il doppio mento.

I fichi, grazie a un ingente quantitativo di mucillagini, sono un eccellente emolliente delle mucose e della pelle. Un fico fresco (anche sovramaturo, già con un inizio di fermentazione acida), è ottimo contro i foruncoli: va scaldato intero immergendolo per 10 minuti in poca acqua tiepida, poi va aperto a metà e applicato sulla parte per 20 minuti, ripetendo due volte al giorno. Un fico secco, anche dimenticato in dispensa e ormai indurito, combatte le irritazioni cutanee: si fa bollire intero per 15 minuti in un bicchiere d'acqua, si lascia intiepidire e si tagliuzza bene lasciandolo nel liquido per altri 15 minuti, si filtra e si applica per 20 minuti sulla parte imbevendo una garza nel liquido, ripetendo due volte al giorno.

La polpa della fragola ha la medesima acidità (pH) della pelle, che tratta con molta dolcezza. In più, l’acido salicilico ne calma le infiammazioni, il potassio la depura e lo zolfo la disinfetta. Si possono utilizzare anche i frutti sovramaturi, purché privati di eventuali marciumi. La polpa cruda e schiacciata, applicata per 30 minuti nutre la pelle; amalgamata a miele la distende; bagnata con latte la schiarisce. Il succo fresco invece sostituisce il latte detergente; mescolato a latte scremato e applicato in compresse per 15 minuti asciuga la pelle grassa. Per rassodare la pelle del viso, la sera prima di coricarsi mescolare 1/2 bicchiere di succo con 1/2 bicchiere di latte intero, imbevere un batuffolo di cotone e picchiettare più volte il viso, sciacquare solo la mattina dopo con acqua tiepida.

Della noce si utilizzano sia i gherigli (anche quelli leggermente rinsecchiti, purché privi di tracce di muffa o parassiti) sia il mallo. Quest’ultimo possiede spiccate proprietà tintorie e viene infatti utile per tingere i capelli scuri: si macerano per 10 giorni in 2 litri d'acqua 15 malli non maturi oppure 8 malli che hanno appena rilasciato la noce, si filtra e si usa (con un paio di guanti) per l’ultimo risciacquo dopo lo shampoo. Il gheriglio invece è ricco di acidi grassi, dallo spiccato potere nutriente, e di olio essenziale, rinfrescante e riposante. Permette di realizzare maschere nutrienti, frullandone cinque con due cucchiai di panna da cucina, lasciando riposare per un’ora, indi aggiungendo un cucchiaio di miele e applicando per 20 minuti, sciacquando poi con acqua tiepida; e maschere riposanti, frullandone sei con mezzo bicchiere di latte intero, applicando per 30 minuti.

Le bucce dell’uva, se non vengono consumate con la polpa dell’acino, si riutilizzano per la loro ricchezza di sali minerali, tannino, enzimi ed enocianina (uva nera), che assicurano un effetto astringente e nutriente. Per asciugare la pelle grassa, strofinare ogni giorno per qualche minuto una buccia d'uva nera, lasciando asciugare il succo; dopo un'ora circa sciacquare con acqua tiepida. Per nutrire la pelle secca o normale, frullare due manciate di buccia d'uva bianca e applicare per mezz'ora la purea sul viso.

… e con quelli invernali

Non si gettano nemmeno le bucce delle castagne: ricche di tannini e sali minerali, sono in grado di ravvivare i riflessi dorati dei capelli castani: 100 g di bucce (non bruciate) vanno bollite per 20 minuti in 1 l d’acqua e lasciate in infusione per altri 30 minuti, con il liquido filtrato e fatto raffreddare si sciacquano dopo lo shampoo i capelli.

Il kaki, dalla polpa altamente rinfrescante, è utilissimo alla pelle per il contenuto in vitamina A; inoltre, avendo un pH simile a quello della cute, è un toccasana per il viso, sotto forma di maschere. Se ne può utilizzare anche solo la buccia, con qualche frammento di polpa rimasto attaccato: va tritata bene per ridurla in purea. Per una maschera riequilibrante, applicare la purea e lasciarla asciugare per 30 minuti. La maschera calmante delle irritazioni cutanee si prepara unendo alla purea un cucchiaio di miele liquido, applicando per 30 minuti. Amalgamando un cucchiaio di panna fresca alla purea e applicando per 20 minuti si ottiene una maschera nutriente.

La ricchezza in acido citrico del succo di limone lo rende un validissimo disinfettante e astringente, nonché schiarente, unitamente all’acido malico che tonifica e ammorbidisce la cute insieme con le mucillagini. Per combattere la pelle grassa, si applicano per 15 minuti garze imbevute di succo filtrato. Per asciugare velocemente un foruncolo, applicare più volte al giorno per 5 minuti una spessa fetta tiepida. Per rassodare la pelle, si applicano una volta a settimana fettine sottili per 20 minuti, sciacquando con acqua tiepida. Per attenuare le macchie della pelle, “toccarle” ogni giorno con un cotton-fiocc imbevuto in succo di limone. Per rendere lucenti i capelli biondi o castano chiari, dopo lo shampoo, sciacquare con il succo di un limone filtrato miscelato a un litro d'acqua.

La mela è un vero toccasana per la pelle, in virtù di un “cocktail” di acidi organici: acetico, citrico, formico, fosforico, malico, tannico e tartarico, abbinati a esteri amilico e caprilico, a pectine e tannini. Si possono utilizzare anche le bucce, purché non troppo sottili, ridotte in purea. Per ammorbidire la pelle secca, mescolare tre cucchiai di purea con un cucchiaio di miele e uno di yogurt naturale, applicare per 20 minuti. Per dare luce alla pelle ingrigita, lessare in una tazza di latte 60 g di bucce, frullarle e applicare la purea tiepida per 20 minuti. Per decongestionare le palpebre, applicare per 20 minuti alcune bucce dalla parte della polpa. Per rassodare la pelle del viso, applicare il succo di una mela e lasciarlo asciugare per un’intera notte. Un dentifricio d'emergenza si ottiene strofinando le bucce (dalla parte della polpa) sui denti.

Rispetto alla mela, la pera è più povera di acidi organici (solo il malico), ma più ricca di tannini: è quindi principalmente astringente e si può impiegare – anche sotto forma di bucce, come per la mela – per asciugare la pelle grassa (mescolare tre cucchiai di purea con il succo di mezzo limone e un cucchiaio d'olio di mandorle dolci, applicare per 15 minuti, sciacquare con acqua e limone) e per attenuare l’acne (applicando per 20 minuti tre cucchiai di purea). Una lozione ammorbidente per il corpo si ottiene cuocendo per 30 minuti in mezzo litro d'acqua le bucce di tre pere, filtrando e applicando il liquido per 30 minuti.

Con gli ortaggi

L'olio essenziale dell’aglio, a base di disolfuro di allile e propile, è antibiotico e antisettico. Combatte efficacemente i foruncoli strofinando mezzo spicchio più volte al giorno.

La carota, ricchissima di betacarotene e di aminoacidi come asparagina, carotina, daucarina, attenua rughe e irritazioni, tonifica e ammorbidisce la pelle. Un ottimo detergente e tonico è il succo picchiettato con un po' di ovatta; una maschera di polpa cruda grattugiata applicata per 15-20 minuti giova a pelli grasse o impure; la maschera di polpa cotta e schiacciata, applicata tiepida per 20 minuti, aiuta la pelle secca o non più giovane.

Le foglie esterne dei cavoli cappuccio e verza e del cavolfiore, normalmente eliminate, sono invece utilissime per impacchi sulla pelle, di cui leniscono le irritazioni e asciugano le impurità, in virtù dell’olio essenziale a base di solfobromuro di metilmetionina, della vitamina A e delle mucillagini. Per nutrire la pelle grassa applicare per 15 minuti un paio di foglie crude, tritare e mescolare con un filo d'olio d'oliva, mentre per assorbirne l’untuosità stendere per 15 minuti del succo crudo oppure l'acqua di lessatura non salata. Il succo crudo serve anche contro acne e foruncoli: si applica e si lascia asciugare. Le irritazioni si leniscono attraverso impacchi con l'acqua di lessatura non salata di 3-4 foglie.

La lattuga è un potente emolliente, grazie al lattucario (lattice bianco dalla composizione simile a quella dell'oppio, sedativo e lenitivo) e alle mucillagini, mentre lo zolfo e il cloro alleviano le infezioni cutanee. Anche in questo caso si utilizzano le foglie esterne, in genere scartate. Per decongestionare la pelle sensibile, infondere 200 g in una tazza d'acqua bollente per 10 minuti, strizzare bene le foglie ed eliminarle, imbevere delle compresse e applicare per 15 minuti. Per calmare le irritazioni, applicare per 20 minuti un cataplasma di 5-6 foglie lessate. Per attenuare la couperose, porre due volte al giorno per 10 minuti delle compresse imbevute del decotto di 200 g di foglie cotte per 2 ore in mezzo litro d'acqua.

Le preziosissime bucce di patata concentrano i minerali e la vitamina C: non vanno scartate, bensì riutilizzate come ammorbidenti della pelle, tritandole da crude con il velo di polpa e applicandole per 30 minuti, oppure come idratanti lessandole, schiacciandole con un filo d’olio d’oliva e applicandole per 30 minuti.

Amico della pelle, il pomodoro si utilizza ben maturo, crudo, tagliato a fettine, tritato o frullato, e anche centrifugato: è benefico grazie agli acidi organici (arabico, glutammico, lattico, malico), alla vitamina C, ai bioflavonoidi e ai sali minerali (in particolare lo zolfo). Per una maschera emolliente si applica tritato o frullato per 30 minuti; per rassodare la pelle, si pone a fettine per 15 minuti; per schiarire la pelle olivastra si stende tritato o frullato per almeno 30 minuti; come astringente si utilizza il succo picchiettato per 15 minuti.

Infine la zucca, ricca di acido salicilico, cucurbitina, vitamina A, carotenoidi e mucillagini che la rendono rinfrescante ed emolliente. Si può utilizzare la parte di polpa più chiara, che rimane attaccata alla scorza: cruda e frullata, applicata per 30 minuti, ha effetto ammorbidente; cotta, schiacciata e stesa per 30 minuti nutre la pelle secca; cruda e frullata, posta per 20 minuti attenua scottature e infiammazioni.

Cosmesi naturale con gli scarti di cucina - Ultima modifica: 2023-11-15T06:32:05+01:00 da Elena Tibiletti